Canone calmierato e cedolare secca anche per i locali commerciali, sono queste le proposte portate sui tavoli del Parlamento. Una battaglia che anche le associazioni di categoria dei commercianti portano avanti da tempo. Ecco perché sono necessarie queste azioni.

Mercato immobiliare, caro affitti, tasse.

Come aiutare il settore e ridurre l’evasione fiscale? Confedilizia continua la battaglia e ha portato sui tavoli del Parlamento due proposte chiare e precise: introduzione di una cedolare secca per gli affitti di immobili commerciali e stabilizzazione o prolungamento dell’aliquota del 10% della cedolare per le abitazioni locate a canone calmierato. Sono queste le due priorità che Confedilizia ha rappresentato nel corso dell’audizione sulla manovra per il 2018 dinanzi alle Commissioni Bilancio del Senato e della Camera.

Per quanto riguarda gli affitti abitativi, il disegno di legge di bilancio prevede la proroga fino al 2019 della speciale aliquota del 10% della cedolare secca per le locazioni a canone calmierato, che era stata prevista per un quadriennio con scadenza al 31 dicembre 2017.

“Proseguire con questo regime fiscale – ha detto in audizione il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa – è indispensabile per mantenere un minimo di attrattività ad una modalità di affitto che è stata mortificata dall’aumento di tassazione patrimoniale avviato nel 2012.Tuttavia, considerata la durata quinquennale dei contratti interessati, limitare la proroga a due anni rischia di impedire l’effetto incentivante dell’aliquota e conseguente calmieramento dei canoni”.

Dall’esame parlamentare, poi, Confedilizia si aspetta l’elaborazione di una norma che introduca nel settore non abitativo una tassazione sostitutiva dei redditi da locazione.

“Si tratta – ha rilevato Spaziani Testa – di una misura strutturale e pro crescita. E la prova del nove della validità della proposta è data dal fatto che a sostenerla sono anche le controparti dei proprietari nei contratti di locazione, vale a dire le organizzazioni dei commercianti, consapevoli che la perdita di qualsiasi redditività dell’investimento in locali commerciali impedisce alle attività economiche di prossimità di uscire dalla crisi che le attanaglia”. Infatti, anche Confesercenti in questi anni si è battuta per l’introduzione di questa possibilità anche per i locali commerciali. A Messina, lo scorso anno, avevamo fatto un focus sul caro affitti che aveva fatto emergere chiaramente la necessità di misure che potessero aiutare anche i commercianti che spesso si trovano costretti a chiudere anche perché non riescono a sostenere i costi degli affitti.

Per il resto, sono da considerarsi positivamente – a giudizio di Confedilizia – misure come la sterilizzazione degli aumenti delle aliquote Iva, che si sarebbero applicati a molti interventi sugli edifici; la proroga delle detrazioni per ristrutturazioni edilizie e acquisto di mobili, oltre al nuovo bonus verde, pur con necessità di modifiche migliorative su alcuni aspetti dei diversi incentivi per interventi sugli immobili; l’estensione dei piani individuali di risparmio (Pir) alle società immobiliari, che ne erano inspiegabilmente escluse; la previsione di una detrazione per i premi delle polizze catastrofali riguardanti le abitazioni.

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